SULLA CICLABILE DI
VIA ROMA (QUELLA NUOVA)
L’assessore ai
Lavori Pubblici Dario Lonardoni (ma in generale tutta
l’amministrazione ora in carica) continua a lanciare progetti con
cadenza quasi quotidiana, come se non avessero alcun dubbio che
saranno loro ad amministrare Saronno nei prossimi cinque anni. Un
atteggiamento a dir poco inconsueto, visto che tradizione vuole che
negli ultimi mesi ci si dia un taglio più istituzionale, ma è anche
una questione di stile. Noi ovviamente, abbiamo altre speranze.
L’ultima sua
esternazione è l’ennesimo rilancio del progetto della ciclopedonale
di via Roma, questa volta per quanto riguarda la parte che andrebbe
dalla rotonda di Solaro Introini alla Regina Pacis, sempre inquadrata
nella famosa Ciclometropolitana Saronnese di cui non esiste un solo
metro realizzato ma che viene venduta per “fatta” nella
propaganda di destra. Dal niente se ne torna a parlare, senza che
venga fatta una presentazione pubblica (nemmeno in streaming), o che
vengano fatte vedere tavole di progetto, e senza che ci sia,
ovviamente, il tempo per realizzarla. Come sempre – spiace dirlo – si
tratta di un progetto molto poco pensato e sicuramente non ideato da
chi va in bicicletta e conosce il quartiere.
La nuova
ciclopedonale – perché non sarà una vera ciclabile, ma sarebbe un
“marciapiedone” su cui coesisteranno biciclette e pedoni, con
tutta la conflittualità del caso – partirebbe dalla fine di quella
che oggi porta a Solaro scavalcando la ferrovia. Da lì, andrebbe ad
attraversare via Roma prima del cartello di Saronno per poi correre
lungo la strada passando serenamente di fronte al benzinaio e al bar,
accanto al campo sportivo e infine alla Dozio.
I problemi di
questa non soluzione sono molteplici.
In primis, tutta la
recinzione del campo sportivo e della Dozio dovrebbe essere
abbattuta, con i costi che comporta. In secundis, vorremmo capire in
che modo l’Amministrazione pensa di gestire il passaggio che avverrà
sul parcheggio lato strada che oggi viene intensamente utilizzato sia
dall’autolavaggio, sia dagli avventori del bar, che ragionevolmente
continueranno ad avere l’esigenza di avvalersene, creando quindi
continue criticità. Infine, non si capisce come si possa pensare a
un transito rapido e sicuro dei ciclisti con un passaggio pedonale
semaforico a chiamata ben al di fuori delle porte del quartiere,
soluzione che non solo creerà continue situazioni di pericolo, ma
che permetterà alle auto di riaccelerare fino a davanti alla Regina
Pacis, dove si concentra un alto attraversamento di pedoni che vanno
in Chiesa, all’oratorio, alla Dozio, al Campo Sportivo, ecc.
È l’ennesimo
progetto che funziona – forse – solo sulla carta ma che, all’atto
pratico, crea molti costi con scarsissimi benefici.
La soluzione
alternativa c’è. Basterebbe far correre la nuova ciclabile lungo via
Vecchia per Solaro, nello spazio a lato della sede stradale, in una
zona molto più tranquilla, già raccordata con l’attuale ciclabile e
che sfocerebbe proprio davanti alla Regina Pacis, dove si potrebbe
creare una “porta della città” in grado di rallentare
efficacemente le auto di lì in avanti e proteggere meglio sia i
passaggi pedonali, che i ciclisti.
Una soluzione che
non prevede abbattimenti e che potrebbe quasi essere realizzata,
fatto salvo per l’incrocio, quasi con una “striscia per terra”
come in via Roma, e in linea con le nuove direttive del Governo sulle
“corsie ciclabili”.
Questa è ovviamente
la strada che vorremo si prendesse per realizzare il collegamento con
Solaro: più sicura, più economica, più efficace. Come sempre, se
chi deve progettare si spostasse in bici per Saronno capirebbe meglio
cosa e come poter realizzare, ma per questo serve un’altra
amministrazione, diversa da questa che non ha fatto nulla per la
mobilità sostenibile e ora fa l’ennesima tardiva promessa.