È FINITA LA
RICREAZIONE, ORA SI FA SUL SERIO
L’ingresso di Pier Luigi Gilli nella
compagine che sostiene Augusto Airoldi può avere un effetto equilibratore. Da
una parte abbiamo gli eredi dell’ideologia più catafratta e inesorabile del
‘900, dall’altra giovani scavezzacolli di molto entusiasmo e poca esperienza,
almeno così sembra considerarli lo stesso Airoldi nel suo primo comunicato post
connubio. Il sindaco emerito potrebbe essere il catalizzatore di questa
alleanza, che in se stessa è alquanto eterogenea: ne ha la capacità e l’uso di
mondo. L’operazione sembra facilitata dal fatto che, quali che fossero i
rispettivi programmi, i tre schieramenti sembrano oggi perseguire gli stessi
obbiettivi, primo tra i quali la salvaguardia dell’Ospedale cittadino, tema
alquanto dimenticato dalla controparte, ansiosa di non offuscare il mito del
sistema sanitario lombardo. Un mito in verità coperto di crepe, ma abbiamo
osservato più volte che la sudditanza dell’amministrazione Fagioli nei
confronti di Palazzo Lombardia è inversamente proporzionale alla burbanza con
la quale tratta i propri critici, e spesso anche gli alleati. Tornando al
Sinistra-Centro, gli apparentamenti avvenuti a pezzi e bocconi fanno temere un
effetto Sorelle Bandiera con il loro “Fatti più in là”: è un rischio concreto,
ma superabile grazie alla veneranda canizie con annessa saggezza dei principali
attori in campo.
A
Destra (Destra?) regna oggi un concitato silenzio. Il che è peraltro una scelta
opportuna, perché fintanto che tacciono non commettono errori. Ci pensano
le migliori menti del partito a venire in soccorso, ottenendo però l’effetto
contrario al voluto. In questo senso il recente intervento di Emanuele Monti,
consigliere regionale leghista e presidente della Commissione sanità, è
capolavoro difficilmente eguagliabile. Scegliendo fior da fiore, segnaliamo
l’apprezzamento per “l’approccio di Fagioli di allargare le
prospettive di progettualità anche al di fuori dei confini amministrativi
dell’ASST Valle Olona, verso l’ospedale di Garbagnate Milanese (che dista una
decina di km), l’ospedale Sacco di Milano (meno di mezz’ora di macchina) e
Como, quello di Rho (poco più di 10 km). In questo modo, si supera quella
logica campanilistica, ormai desueta, che contrappone Busto Arsizio a Saronno e
si mettono al centro dell’attenzione i bisogni sanitari ed epidemiologici della
popolazione”. Ma, caro Monti che ci indichi anche le distanze
chilometriche, se lo scopo del Servizio Sanitario è quello di “allargare le
prospettive di progettualità” e “superare la logica campanilistica”, perché
fermarsi a Garbagnate, Quarto Oggiaro, Rho e Como? Allarghiamo la visione del
paziente saronnese al di là di questa angusta cerchia, e spediamolo a fare la
TAC al San Matteo di Pavia, gli esami del sangue al San Gerardo di Monza e,
perché no, l’ecografia all’Ospedale Civile di Sondrio, uscendo dal
quale potrà gustarsi anche un bel piatto di pizzoccheri. Così l’esame sanitario
potrà trasformarsi in una scampagnata fuori porta, o almeno un’ occasione per
incrementare la conoscenza delle nostre belle città.
Del
resto non è necessario spingersi fino a piazza Gae Aulenti per trovare tanto
sprezzo del ridicolo, il quale peraltro chiarisce definitivamente cosa possiamo
aspettarci dall’ amministrazione scaduta circa l’Ospedale. Anche certa
pubblicità a pagamento alimenta l’atmosfera surreale di queste elezioni.
Si vuole un esempio? “Fagioli il sindaco di Saronno, + cultura + istruzione”.
Per favore.
Alfonso
Indelicato