DELINQUENZA A SARONNO, CAMBIANO GLI ATTORI MA LA PIèCE è LA STESSA
Lo
stillicidio di aggressioni, furti, rapine e vandalismi verificatisi a Saronno
nelle ultime settimane, con recrudescenza negli ultimi giorni, non può non
sollecitare una riflessione di natura politica. Che si può a sua volta
sintetizzare nel seguente interrogativo: perché nella nostra città cambiano le
amministrazioni, ma la delinquenza rimane sempre la stessa?
Provo a rispondermi da solo, sulla base dell’esperienza di consigliere comunale
nell’era Fagioli, di cittadino privo di pubbliche responsabilità nell’attuale
airoldiana.
Apparentemente il precedente governo municipale aveva le carte in regola per
affrontare efficacemente la situazione, poiché il tema della sicurezza era
stato il cavallo di battaglia del Centrodestra e la sua netta vittoria aveva fatto
comprendere quanto in effetti la cittadinanza fosse ad esso sensibile. Insomma
le promesse erano corrispondenti alle attese e ciò faceva sperare che il
matrimonio fra amministratori e cittadini sarebbe stato simile a una lunga luna
di miele.
Le cose andarono poi in tutt’altra direzione per mancanza di volontà, di
decisione, di coraggio, di perseveranza. Gli annunciati blitzkrieg contro la
delinquenza si esaurirono nell’elargizione di una partita di radio
ricetrasmittenti alla PL (quelle risalenti all’epoca Porro pare fossero
rugginose ferraglie) e nell’installazione di alcune telecamere grazie alle
quali non fu mai possibile identificare alcun malvivente. E questo fu tutto.
Oggi che quotidianamente verifichiamo che nulla è cambiato, è dunque giusto chiedersi
perché da due contesti così diversi derivino effetti uguali.
Presto detto: nella Sinistra – e questa che oggi governa Saronno è una Sinistra vera ancorché aggiornata, che nel tempo giocherà come tale tutte le sue carte – il concetto di controllo del territorio evoca come al cane di Pavlov gli squadroni di Pinochet o di Somoza. Inoltre chi delinque rimane un soggetto deviato da una società ingiusta e corrotta, dunque privo di responsabilità personali o con responsabilità molto attenuate. “Il problema è a monte” era del resto l’intercalare preferito negli anni formidabili. Oggi è crollata l’inesorabile impalcatura marxista, ma persiste in tanti, come un’eco, una disposizione d’animo di grande indulgenza nei confronti di chi abitualmente viola le leggi e turba l’ordine pubblico. Se poi chi delinque arriva nella nostra nazione, per asseriti quanto inaccertati motivi, da un paese lontano, ecco che all’indulgenza si accompagnano i nuovi mantra dell’accoglienza e dell’inclusione. Tanto che diventa oggetto di censura e di autocensura il riconoscere che membri di determinate etnie sono responsabili della maggior parte dei reati, il che è semplice e nuda verità.
Per
racchiudere la situazione in una formula: mancanza di testosterone da una
parte, mancanza di senso del reale dall’altra.
Ed è così che a Saronno, tra una Destra che promette ma non mantiene e una
Sinistra per cui la delinquenza è polvere da spingere sotto il tappeto,
pur mutando gli attori protagonisti lo spettacolo non è cambiato né, temo, potrà
cambiare.
Alfonso Indelicato