23 novembre 2020 – STREET ART, UNO STRUMENTO PER CREARE BELLEZZA NELLA CITTA’. IL CASO GECO A ROMA DI MAURO ROTONDI, CONSIGLERE COMUNALE PD Saronno

STREET ART, UNO STRUMENTO PER CREARE BELLEZZA NELLA CITTA’. IL CASO GECO A ROMA
DI MAURO ROTONDI, CONSIGLERE COMUNALE PD Saronno

Può esistere Etica senza estetica? Qual ruolo hanno le opere artistiche nella riqualificazione di periferie e
città dormitorio? Oggi le amministrazioni attente e lungimiranti si giovano sempre più delle opere di SREET
ART per rivitalizzare le città portando bellezza soprattutto in luoghi di emarginazione. Lo spunto per una
riflessione ce lo fornisce la storia del writer romano Geco, sorpreso e denunciato pochi giorni fa dopo
un’operazione, udite udite, di intelligence internazionale. Geco, per chi non lo conoscesse, ha dipinto muri
di grandi città, principalmente zone periferiche e disagiate, abbellite e riqualificate attraverso le sue opere
artistiche; ha posto la sua firma in posti apparentemente irraggiungibili e inaccessibili con alcune varianti
(tra cui quello più famoso, realizzato a Roma in via Magna Grecia, ‘Geco ti mette le ali‘) e al pari di altri
grandi writers ha contribuito a far emergere la cosiddetta street art, in cui rappresentazione del disagio,
provocazione e reinterpretazione della realtà trovano sempre più espressione in un’estetica raffinata e
ricercata in cui l’arte si pone al servizio della riqualificazione restituendo dignità ai luoghi. Anche se gli
imbrattatori esistono ancora sembra trascorsa un’eternità da quando i writers erano considerati artisti
frustrati e distruttivi, guardati di traverso dalla comunità. Oggi, in grandi e piccole città di tutto il mondo
sono sempre di più le opere realizzate e la street art non è più vista come arte povera.
In tutto ciò la Sindaca di Roma Virginia Raggi ha commentato in maniera pomposa la denuncia di Geco,
pubblicando un dettagliato post con tanto di foto di bombolette sequestrate e dichiarazione trionfante
della cattura del writer. L’atteggiamento è sembrato di pessimo di pessimo gusto. Sia chiaro: imbrattare i
muri è reato e per questo la legge farà il suo corso. Geco è un ragazzo di 30 anni e conosce bene le regole
del gioco, ora che è stato smascherato e il gioco è finito dovrà cambiare per forza la sua poetica. Ma
trattare Geco come se fosse Matteo Massina Denaro come ha fatto la sindaca di Roma è parso un
atteggiamento irriguardoso e contradditorio, soprattutto perché la sindaca di Roma risulta essere un’
ammiratrice di Bansky, il grande writer, di cui segue il profilo Instagram e di cui ha promosso una mostra a
Roma con tanto di patrocinio del Comune nonostante anche Banksy ‘sporchi’ i muri.
Tra Bansky e Geco, non c’è infatti differenza. Entrambi fanno la stessa cosa, entrambi per le loro opere non
chiedono il permesso. Banksy, artista planetario, realizza opere spettacolari di denuncia sociale sui muri in
diverse parti del mondo, Geco ripete soprattutto la sua firma in posti apparentemente irraggiungibili e
inaccessibili con alcune varianti (tra cui quello più famoso, realizzato a Roma in via Magna Grecia, ‘Geco ti
mette le ali‘). Banksy agisce con incursioni, la sua identità non è nota e le sue opere non vengono
annunciate. Anche Banksy, finora imprendibile, è stato denunciato dalle polizie di tutto il mondo e di sicuro
il governo israeliano non è stato contento dei disegni realizzati dall’artista sulla Striscia di Gaza.
Quindi perché Bansky si e Geco no? Per fortuna la mobilitazione non si è fatta attendere e un mail bombing
di protesta e indignazione ha inondato la casella di posta della Sindaca con frasi non certo lusinghiere.
Coinvolgere gli street artists è oggi un modo moderno e innovativo per avviare processi di inclusione in
luoghi dimenticati. La bellezza estetica di un luogo ne determina poi la rinascita sotto tutti i punti di vista. Di
recente un murales gigante raffigurante Gigi Proietti è apparso nel quartiere di Roma Tufello, quartiere
d’origine dell’attore, un tempo luogo di emarginazione e disagio di cui vergognarsi. Oggi gli abitanti sono
orgogliosi di abitare nel quartiere di Gigi Proietti, fieri dello splendido murales.
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