Pubblicato il 10 Agosto 2020 di Pierodasaronno_it10 agosto 2020 – Franco Casali : L’ennesima incompiuta di Fagioli < L’ennesima incompiuta di Fagioli L’ennesima “Incompiuta” di Fagioli Molti mesi fa scrivemmo, con una nota dal titolo “MURI DA COSTRUIRE E MURI DA DEMOLIRE”, della nostra contrarietà alla demolizione di gran parte del muro di cinta del “Parco dei Frati” di Piazza Unità d’Italia, fornendone come sempre le motivazioni. Sarebbe stato forse meglio spendere i soldi per togliere l’intonaco (così non ci sarebbe stata più la possibilità di deturparlo con scritte insulse) e riportare il muro esterno allo stato originale con pietre e mattoni a vista, così come é l’interno. Le “finestre” sul parco avrebbero dovuto essere tali, come sono nelle pareti di una casa, e non prevedere la demolizione di quasi tutto lo storico muro. Ora a molti mesi di distanza vogliamo rifare il punto della situazione. I lavori iniziati il 5 gennaio 2020, come riporta il cartello affisso sul cancello di ingresso al parco, si fermarono a demolizione avvenuta. Furono infatti demoliti circa mt. 27,50 contro i 17 mt. autorizzati dalla Soprintendenza: di qui l’intervento di questa amministrazione pubblica che intimò il ripristino dei circa mt. 10,50 demoliti in più, tra l’altro vicino al portale di ingresso e all’edicola sacra. Le verifiche sul campo documentano i segni tracciati sul muro per delimitare il perimetro della corretta demolizione; tra questi si nota anche il numero 17 a delimitare evidentemente il punto in cui la demolizione doveva fermarsi. Ci si chiede chi decise di andare oltre, e perché lo fece. Da circa 7 mesi il marciapiedi non é più fruibile per circa 30 mt., essendo l’accesso precluso da una cinta provvisoria, i calcinacci, i mattoni e i sassi restano all’interno del parco a coprire le essenze (rosmarino, salvia, timo, ecc.) che facevano bella mostra di sé nell’hortus conclusus protette dal muro, nessun ripristino del muro é stato fatto, il cantiere é fermo. Anche questa é un’altra “Incompiuta” dell’amministrazione Fagioli, dopo la Ciclometropolitana saronnese tanto sbandierata ma mai iniziata, la ex Saronno-Seregno non realizzata neanche nella parte in piano a collegare almeno la ciclabile di Solaro Introini a via Piave, la mancata sistemazione dei marciapiedi e della ciclabile di via Roma. Al primo ostacolo l’amministrazione si ferma e non trova soluzioni alternative: un esempio di incapacità di amministrare e di sapersi mettere in sintonia con la città.