La Biblioteca, un luogo da cui rilanciare la città
Da alcuni giorni il luogo più tranquillo e silenzioso per antonomasia di una città è diventato un campo di battaglia.
Tutto è partito da una legittima denuncia di una studentessa del Forum Studenti di Saronno, che contestava la condizione di difficoltà di chi frequenta abitualmente la biblioteca come luogo in cui prepararsi agli esami, segnalando in particolar modo la mancanza di un numero di posti sufficienti in aula consultazione, utilizzata dagli studenti – stranamente l’utenza di riferimento principale – come aula studio.
L’assessore Miglino ha cercato di smorzare subito le polemiche con un video, non riuscendo però a sciogliere tutti i quesiti. La diatriba è stata, poi, alimentata dallo stesso sindaco Fagioli il quale, per chetare le acque, ha tirato fuori una statistica di qualche mese fa che recita: gli studenti sono soddisfatti e il 33% dei frequentatori non è di Saronno. Ergo: il problema non esiste. O meglio il problema in realtà è uno solo: gli “immigrati” di Ceriano Laghetto, Rovello Porro, Lazzate, Solaro, che utilizzano a sbafo la nostra biblioteca. Se riuscissimo a mettere dei dazi in modo che la frequentino solo i saronnesi, saremmo più che in regola con il numero dei posti in aula consultazione.
Non c’è bisogno di essere un fine statista per capire che la biblioteca di Saronno è un capitale immenso. E non parliamo solo del valore “culturale” della biblioteca come luogo di conservazione del sapere. Pensiamo anche alla valenza sociale per la presenza di migliaia di giovani che vi transitano davanti per recarsi presso il nostro polo studentesco e che possono essere intercettati ed aiutati. Noi troviamo entusiasmante che tanti giovani vivano ogni giorno la biblioteca come luogo d’incontro e che addirittura litighino per i posti a sedere!!! E se la biblioteca attrae persone da fuori, tanto meglio! Vuol dire che è uno dei poli da cui finalmente si potrà rilanciare la nostra città, cercando di potenziare il servizio, recuperando nuovi spazi nelle zone limitrofe e cercando di renderla più adatta alle nuove esigenze.
A fronte di una richiesta maggiore dei servizi della biblioteca non bisogna, perciò, inserire sistemi di accesso che escludano i non Saronnesi ma trovare nuovi spazi e adibirli a aule studio, usufruendo di fondi regionali (ce ne sono di specifici) e/o tentando la via della partnership con le Università (ad esempio con Bovisa Politecnico, a 10 minuti da Saronno).