Oggi è un giorno importante, vedo molta emozione in quest’aula per la solennità della prima seduta. Auguro buon lavoro a questo Consiglio, alla Giunta, al Presidente e al Sindaco, con cui ho condiviso un lungo percorso iniziato all’interno del PD e allargatosi pian piano a tutta la città, nei quartieri, nelle piazze e nelle associazioni. Grazie a tutto ciò la vittoria è arrivata. Rivolgo un pensiero particolare al Partito Democratico di cui faccio parte, grazie al quale oggi sono quì. Condivido inoltre la scelta del criterio dell’alternanza adottata da noi Consiglieri del Partito Democratico nell’indicazione del nostro Capogruppo. Una decisione nel segno della crescita, della responsabilità di ognuno e della collettività.
Poco fa lei, signor Presidente, ha citato quella frase in latino scritta sul muro d’entrata di questa sala, a rimarcare l’importanza di questo luogo e il rispetto per la democrazia. Anch’io guardo indietro nel tempo, al V sec A.c. , e vedo a questo luogo, la Sala Vanelli, come la prosecuzione della Polis greca, dove tutto iniziò. Polis è una parola greca entrata nella nostra lingua, significa il luogo dei più, dei molti. Da essa derivano molte parole di uso corrente: ad esempio Poliambulatorio, Polisportiva, Politecnico e molte altre. I Politei un tempo erano coloro che si occupavano deì molti, della collettività; discutevano in Piazza per migliorare la vita della città. Si contrapponevano ai cosiddetti Idiotei, dediti al superfluo e a se stessi. Ciononostante i Politei si occupavano di tutti.
Ecco, noi oggi seduti qui dentro siamo stati scelti dalla collettività per occuparci dei molti. Perché occuparsi oggi di cosa pubblica è la stessa cosa di allora, anzi, è ancora più difficile vista la complessità del mondo in cui viviamo. Oggi la complessità ci obbliga a uno sforzo ulteriore. La Pandemia attuale ci ha resi impotenti e senza risposte mettendoci di fronte a questa realtà plastica. Quando ad esempio si parla di tutela della salute serve ancora parlare solo di Ospedale e Sanità pubblica? Oggi non basta più, diventa quanto mai necessario parlare di politica dei trasporti, organizzazione del tessuto urbano, utilizzazione di piazze, vie, esercizi commerciali, di verde e di sport, di un nuovo modo di consumare. In sintesi: della qualità della nostra vita nel rispetto dell’ambiente. Occorre in sostanza guardare oltre noi stessi e il nostro sapere considerando ogni cosa come parte essenziale di un insieme.
Nella difficoltà estrema l’uomo ha il compito di trovare la strada per rialzarsi; è nel destino dei tempi: dopo la tempesta arriva il sereno. A tal proposito vorrei citare lo scrittore Gianni Rodari, oggi avrebbe compiuto 100 anni. Rodari scriveva fiabe e fu l’unico italiano a vincere il premio Andersen, una sorta di Premio Nobel per gli scrittori per l’infanzia; elogiava l’uso della fantasia per affrontare le questioni complesse del mondo. Sono curioso di sapere cosa avrebbe scritto di questa pandemia, magari usando la sua proverbiale ironia. Vorrei citare questa sua frase ” Le fiabe servono alla matematica come la matematica serve alle fiabe. Servono alla poesia, alla musica, all’utopia, all’impegno politico, insomma all’uomo intero e non solo al fantasticatore”.
Ecco, chiudo con questo messaggio sperando sia di buon auspicio nonché di aiuto per affrontare le dure difficoltà del presente e il prossimo futuro
In bocca al lupo a tutti, W L’Europa, W, l’Italia, W Saronno.